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L'amorevole sacrificio di nostra madre


di geppettino2003
16.12.2010    |    92.842    |    4 8.5
"“è ancora caldo…” Attimi interminabili, seguo confuso il suo comportamento, la lingua trastulla sulla rossa cappella ancora gocciolante del mio seme, una..."
È proprio vero due gemelli, se possono sembrano due gocce d’acqua dai caratteri somatici, difficilmente distinguibili, il più delle volte, con riferimento all’aspetto caratteriale, sono completamente diversi.
In tale situazione siamo io e mio fratello Massimo.
Io piuttosto esuberante in tutte le mie manifestazioni, sempre alla ricerca di stimoli e di novità mio fratello invece più pacato molto riflessivo e piuttosto introverso.
La mia vivacità è motivo anche dei continui rimbrotti di nostra madre che, portandomi ad esempio il suo comportamento, spesso mi redarguisce tentando di stimolare il mio spirito di emulazione senza ovviamente riuscirci.
A scuola una buona sufficienza premia i miei limitati sforzi di studente mentre lui ama primeggiare in tutte le discipline, nello sport invece la mia euforia è ricompensata da ottime affermazioni mentre lui, al solo scopo di divertirsi, affronta gli allenamenti con scarsa disponibilità ed i risultati conseguiti ne sono il tangibile segno.

Proprio il diavolo e l’acqua santa!

Superata la fase puberale, abbiamo appena compiuto 15 anni, quasi in contemporanea abbiamo scoperto il piacere della solitaria pugnetta, ed anche qui i nostri atteggiamenti sono completamente diversi, la mia vitalità mi porta ad essere un attimino strafottente, tira di mano ogni qualvolta se ne presenta l’occasione, basta niente, infatti, per risvegliare la mia eccitazione e sentire il bisogno di smanettare sull’uccello sino a materializzare con forza la mia eccitazione.
Non mi preoccupo neanche della presenza di mio fratello, la nostra camera è abbastanza grande da consentirci di viverla in piana autonomia.
Massimo invece preferisce maggiore concentrazione approfitta dell’assenza dei nostri genitori e si ricuce i suoi solitari momenti in bagno, oppure la notte, quando convinto che il sonno abbia avuto il sopravvento su di me, scarica nel più assoluto silenzio il suo piacere.
Qualche volta lo anche coinvolto in una gara a chi veniva prima e con il primo schizzo più lontano nella convinzione sciocca che questo fosse un pregio, ed anche questo gioco mi vede primeggiare.

Sino a quando un pomeriggio sdraiato sul letto, sbattendomene dei compiti assegnati, tanto li avrei copiati da mio fratello, approfittando dell’assenza di nostra madre, e con in mano una rivista pornografica mi dedico al mio passatempo preferito e tiro sul duro uccello sbattendomi del fatto che Massimo stesse studiando.
“Vattene in bagno lasciami studiare!”
“No!” imperioso “ho quasi finito…” continuando a pestare con foga sul cazzo ben teso e duro.
“Ma sei un coglione!”
“Mi hai deconcentrato” continuando a pestare con foga e, per quanto tentassi di concentrarmi non riescivo a fare niente
“Ti sbrighi!” ormai spazientito
Sino a quando infastidito dalla mia presenza alzatosi, piuttosto incazzato sostituisce la sua mano alla mia, non certo per tendenze omosessuali, ma al solo scopo di cacciarmi dalle palle, con veemenza, senza nemmeno pensare a ciò che stava facendo, con un atteggiamento assolutamente naturale, superato il primo momento di imbarazzo, completa la mia masturbazione.
Sarà stata la novità o chissà che altro, fatto sta che sono bastati solo pochi colpi che, con enorme appagamento, grosse gocce di sperma zampillano sul letto, poco ci è mancato che non lo sporcassi e mentre scaricavo estasiato incrocio lo sguardo di nostra madre, nel frattempo rientrata senza che nessuno dei due se ne accorgesse, che attonita seguì la mia eiaculazione mentre lui, di spalle, ancora smanettava sul mio uccello.
Una violenta reazione, accompagnata da una di quelle romanzine dai toni che mai mamma aveva usato nei nostri confronti,dalle sue parole traspariva chiara la convinzione che avessi circuito mio fratello sfruttando il suo carattere più remissivo.
Niente di più sbagliato!
E per quanto entrambi si tentasse di convincerla del contrario, addossandomi in prima persona tutta la responsabilità di un momento di perversione giocosa, alcuna confessione servì a farle recedere dalla sua opinione.

Da quel momento mio fratello è diventato il soggetto debole da tutelare, capire perché avesse tenuto quel atteggiamento, perché si fosse fatto soggiogare da me, cedendo alle mie tentazioni. Continue visite dallo psicologo per ricostruire una psiche che mamma ormai riteneva fosse deviata, ovviamente celando a nostro padre la reale circostanza di quel bisogno.
Fortunatamente il dottore diede conforto alle tesi che noi sostenevamo, per cui trascorsa qualche settimana mamma, lentamente si convinse che effettivamente il tutto poteva rientrare in un gioco, forse stupido, ma pur sempre un gioco adolescenziale.
L’atteggiamento di mamma, però, si era mantenuto più dolce e remissivo nei confronti di mio fratello e molto più intransigente nei miei. Ogni momento era buono per fargli continue coccole, la sera alla TV pretendeva che Massimo si sedesse accanto a lei con la testa appoggiata sulle ginocchia, oppure sul petto mentre amorevolmente gli accarezzava i capelli, e tante altre continue attenzioni, mentre io sono costantemente redarguito anche senza precise ragioni .
Inutile dire che Massimo approfittando di tale situazione si godeva le particolari attenzioni quasi sfottendomi, ed io, interpretando il tutto come la giusta punizione per un errore commesso, subivo passivamente senza reagire.

Ed è qui che comincia la mia storia.

Qualche mese è passato, quel momento è diventato solo un ricordo, e stiamo giocando insieme in cortile, scorazziamo con le nostre nuovissime mount byke, regalo della nostra promozione, corse velocissime, rincorse pazzesche, gare di equilibrio e salti dai marciapiedi, Massimo piroettando su di una ruota sola nell’attraversare una pozzanghera, che ricopre una profonda buca del manto stradale, perde stabilità e ci cade dentro sbucciandosi braccia e ginocchia ed imbrattandosi completamente
Di corsa a casa per curarsi le ferite che, si grondavano sangue ma, fortunatamente solo escoriazioni superficiali, un po’ diffuse, ma senza alcun serio problema, il suo è un pianto governato più dal dolore che non dalla effettiva entità delle ferita. La reazione di mamma è abbastanza preoccupata, la vista di tanto sangue, ed il suo pianto a dirotto, la preoccupano forse più del normale, la sua nervosa ricerca di ausili sanitari per curargli le ferite non sortisce effetti e manda me ad acqistare in farmacia del disinfettante e delle garzine.
Esco di corsa e sul ballatoio incontro la nostra dirimpettaia che vistomi trafelato mi offre il suo aiuto dandomi quanto necessario per le dovute cure di mio di fratello, rientro, quindi, solo dopo qualche minuto in casa non avendo neanche avuto bisogno di chiudere il portone.
Dal rumore dell’acqua della vasca da bagno e dal loro parlare mi rendo conto che entrambi si sono spostati in bagno dove, dopo aver pulito superficialmente le ferite con quel poco che aveva in casa, mamma ha riempito la vasca per preparargli un bagno caldo .
Tanto bagnoschiuma e il forte getto dell’acqua su di esso consente il crearsi di un volume di soffice schiuma dove Massimo immerso pare scompaia, avvolto da una montagna di bollicine, a mala pena compare il viso anch’esso in parte coperto dal volume di soffice schiuma.
La porta del bagno socchiusa fa si che possa seguire tranquillamente la scena senza essere visto, mamma di spalle chinata su se stessa con amorevole impegno insapona tutto il corpo di mio fratello dalla schiena al busto lentamente prestando attenzione a non passare sulle escoriazioni presenti sulle braccia.
Il guanto di crine non consente una sicura presa del sapone tant’è che lo stesso le scivola di mano cadendo in acqua perdendosi nell’abbondante schiuma.
Seduta sul bordo della vasca mamma, subito, immerge il braccio nell’acqua alla ricerca del sapone, a tentoni il braccio scuote l’acqua, non c’è cosa più complicata di cercare, praticamente alla cieca, un sapone immerso nell’acqua, se poi questo è sottratto completamente alla vista la cosa si complica maggiormente se si considera che è reso ancora più viscido tale da non permettere la facile presa.
Lunghi istanti di una intensa ricerca, che con pazienza mamma conduce, ridendo anche per tranquillizzare lo stato d’animo di mio fratello, fino a quando trovatolo le sfugge dalla presa una prima volta, poi ancora, proprio non riesce proprio a bloccarlo per quante volte le scappa di mano.
La situazione è abbastanza comica pur non volendo, e né la situazione lo permetterebbe, nei diversi tentativi di mamma non posso fare a meno di accorgermi, per la posizione assunta, di ammirare le lunghe gambe affusolate e, scorrendo gli occhi su di esse, accorgermi che porta calze autoreggenti e indossa un piccolissimo slip bianco.
Ed ancora per consentirsi meglio la ricerca, mamma, prima sporge il busto verso il centro della vasca, assumendo una posizione che mi consente di intravedere le chiappe rese ancora più visibili dal bordo delle calze, ed ancora meglio di restare estasiato da due mammelle che, per quanto grosse, sembra vogliano traboccare dalla leggera scollatura della magliettina bianca che porta.
L’ennesimo tentativo stavolta sortisce effetti, riuscita ad afferrare il sapone, per evitare di riperderlo nell’acqua appoggia, accovacciatesi su se stessa, il sapone sul polpaccio di mio fratello e lentamente lo sospinge sino a risalire al busto per poterne bloccare la corsa e meglio impugnarlo. Il sapone frena la sua corsa a diretto contatto con le intime parti di mio fratello dove mamma impiega qualche secondo per poterlo meglio afferrare e sicuramente con qualche piccolo, incolpevole, palpeggiamento al basso ventre!
Soddisfatta con una buona dose di allegria che, nel frattempo, avevano rasserenato Massimo, leggermente rivolta verso la mia posizione, sempre schermato dall’uscio semi chiuso, con fare assolutamente naturale comincia, con molta delicatezza, a detergere il corpo di mio fratello, offrendomi la possibilità di restare intontito dai riccioli neri che debordano dalla piccola patta bianca dello slip, reso adesso chiaramente visibile alla mia vista dal bordo della leggera gonna che i suoi movimenti hanno notevolmente sollevato raccogliendosi sul bacino di quel tanto da riuscire a farmi distinguere il netto contrasto cromatico tra il bianco dello slip ed il corvino dei ciuffetti del suo monte di venere .
La mia esuberanza sessuale non mi aveva mai fatto pensare all’esser donna di mia madre, al suo corpo, che ora ammiro frastornato, le mie seghe sono il frutto delle bellissime troie che sollecitano il mio intimo interesse dalle patinate pagine di giornaletti pornografici, che tra coetanei continuamente ci scambiamo. Adesso scopro, invece, che mamma non ha nulla da invidiare alle tardone, se così si possono chiamare, che più di ogni altre suscitano il mio morboso interesse.
Mi rendo conto che i trentasei anni di mamma sono davanti a me con un fisico che nulla ha da invidiare alle zoccole che riempiono la mia perversa fantasia, un corpo slanciato forse un po’ pienotto ma sicuramente proporzionato a tutto il fisico.

I suoi sforzi compiuti nella ricerca del piccolo detergente le hanno inzuppato gli indumenti al punto che dalla magliettina bianca, che indossa senza reggiseno, traspaiono adesso in modo chiaro le rosse aureole di un procace seno con al centro voluminosi capezzoli che, talmente grossi, sembra vogliano forare il candido tessuto.
Ammirevole è la dedizione con la quale lo invita ad alzarsi per meglio eliminare la schiuma su tutto il corpo, dalla schiena alle gambe, sui polpacci soffermandosi qualche attimo in più sui glutei, poi di nuovo alla schiena e ripetere delicatamente tutto di nuovo stavolta cominciando dal petto, e poi delicatamente nella zona intima, indugiando prima sui testicoli e poi sul pene che, continuamente sollecitato, ha assunto diverse dimensioni che, per quanto mascherate dall’abbondante schiuma al tatto mamma ne percepisce la consistenza non senza compiacersene sorridendo .
Il soffione della doccia per sciacquare il tutto e visivamente rendersi conto che effettivamente qualcosa è successo, dai suoi occhi traspare una piacevole sorpresa e, nella convinzione di essere rimasta sola in casa con lui
“ non sai che gioia mi dai”
riprende, soddisfatta, il bagnoschiuma ed ancora ad insaponare tutto il corpo di mio fratello, seduta sul bordo della vasca, con gli spruzzi d’acqua che colpendola rendono ancora meglio visibili le flessuose curve di un corpo morbido ed accattivante, i leggeri indumenti sembrano incollati alla pelle disegnando l’intera figura di mamma.

Che cazzo mi sto eccitando!

Tra mia madre e mio fratello, che subisce passivamente, le intime carezze sul non più piccolo uccello, mi assale la mia voglia di seghe ma non posso certo mettermi a smanettarmi l’uccello davanti a mia madre, chissà quale altra reazione potrei subire, ma non voglio nemmeno privarmi della visione del bel corpo di mia madre che intanto fa scorrere lenta la sua mano sull’intero muscolo teso di massimo, l’abbondante schiuma nasconde la mano alla mia vista e ne agevola il suo movimento calmo su tutto il duro uccello, rotatorio sulla cappella, poi con entrambe le mani a risalire dall’interno delle cosce sino allo stomaco sfiorando il cazzo svettante, imbarazzato mio fratello subisce diventando rosso dalla vergogna
“dimmi, anche tu ogni tanto ti tocchi… come fa tuo fratello. Vedi che bello, basta sapere come fare... ad una donna piace far crescere l’uccello”, dedicandosi piano, lenta ma con l’arte di una donna esperta all’uccello teso e duro di Massimo.
“piano piano fino a quando cresce… così diventa sempre più duro! non bisogna avere fretta, lenti”
Ho il cazzo che mi scoppia!

La voce ha cambiato tono diventando calma e profonda, interrotta da sospiri intensi che assomigliano più a gemiti
“a noi donne piace farlo piano... sappiamo che piace anche ai maschietti... vedi come adesso è diventato duro. dimmi ti piace?”
insaponando una altra volta il diventato turgido cazzo, la mano lenta scivola su tutto il muscolo duro di mio fratello che non subisce più il piacevole tormento, anzi con il corpo cerca di agevolare quanto mia madre sta facendo
“sai sono contenta … dimmi che ti piace dimmi che ti piacciono le donne”
“si mamma però … sai mi vergogno”
“non ti devi vergognare sono tua madre, non ti preoccupare questo sarà il nostro piccolo segreto”
Rincoglionito seguo impercettibili i movimenti delle cosce di mamma senza inizialmente rendermi conto di ciò che sta accadendo, ma il suo mordersi le labbra ed inumidirle ripetutamente, con la punta della lingua, mi confermano che anche in lei la stessa eccitazione, che sta coinvolgendo me, è in crescita .
Il cazzo mi è cresciuto così tanto che, con lui, sta crescendo la mia voglia di toccarmi, infilo piano piano una mano in tasca e, al ritmo della mano di mamma, anch’io smanetto sul mio uccello, non senza continuare a seguire il suo strusciare intimamente le cosce, ho la netta sensazione che vorrebbe toccarsi anche lei rapita dalla stessa eccitazione che direttamente sta facendo vivere a mio fratello, ma credo che non possa farlo, forse vinta dal pudore, ma continua a stringere forte entrambe le gambe, ed accentua notevolmente il suo sfregare, ondulando il bacino, sul bordo della vasca. Immagino la sua fica già intrisa di caldi umori, mentre aumenta la velocità con la quale tira sull’uccello di mio fratello che completamente coinvolto, appoggiato alla parete, offre al sapiente lavoro di mamma un cazzo in tutta la sua giovanile erezione, percepisco distintamente i suoi gemiti lo vedo socchiudere gli occhi, contorcendosi ed inarcando il busto per consentire a mamma di impugnare meglio il teso muscolo, mamma è ormai compromessa ed il tirar di mano sta suscitando effetti piacevolissimi in mio fratello, senza fretta continua a smanettare sul cazzo, lenta avvolge la sua mano su tutta l’asta movimenti calmi, le mani racchiudono il grosso cazzo con la cappella paonazza a pochi centimetri dal suo viso, e per l’espressione assunta, ho la netta sensazione che vorrebbe prenderselo in bocca e succhiare, le labbra leggermente dischiuse con la punta della lingua a far capolino tra esse, sono l’inequivocabile segno di una eccitazione che le è sopraggiunta, ma il suo istinto di madre gli ne vieta l’opportunità.
Il suo sfregare le gambe è adesso diventato incessante, ancora convinta di essere sola con mio fratello, che si gode la magnifica sega, mamma fa scivolare piano piano una mano tra le gambe per toccarsi intimamente, credo non abbia la forza di rinunziare al suo piacere, il labbro inferiore fortemente stretto tra i denti quasi a farsi male, un sobbalzo quando il contatto con la sua mano sulla fica è diretto ma, il gemere di mio fratello la riportano alla immediata realtà, con impegno si dedica a farlo venire, accelera i movimenti su un cazzo che, ben lubrificato dal sapone, chiaro restituisce il rumore delle mani che sbattono ripetutamente sui testicoli con una certa forza.

Le contrazioni del corpo di Massimo sono il segnale che ancora qualche istante e una esplosione di sborra conclude il suo impegno, contemporaneamente velocizzo la mia pugnetta e, tra le pieghe dei pantaloni, scarico anch’io la mia eccitazione con sicuramente una diversa soddisfazione, tiro ancora, faccio difficoltà a restare in piedi cerco un appiglio per mantenere l’equilibrio ma i miei movimenti, inavvertitamente, hanno spalancato l’uscio del bagno di quel tanto da sorprendere mio fratello che scarica sperma dappertutto, mamma in ginocchio davanti a lui con le mani ancora impegnate a menare sull’uccello, ed io inebetito che impugno il cazzo tra i pantaloni.
Aspetto inerme la sua reazione, con l’uccello teso chiaramente visibile dal pantalone, Massimo imbambolato dalla mia presenza e mamma, il cui viso è trasfigurato da una violenta carica di libidine che la sconvolge, mi sorprende.
Nessuna rabbia bensì, resasi immediatamente conto che ho seguito tutto, e che anch’io sono venuto, protende le mani verso il mio corpo
“anche tu bambino mio … vieni, mamma si sacrifica anche per te!”
avvicinatomi, con estrema calma mi sfila il pantalone e libera l’uccello ancora sporco dello sperma che ha appena rilasciato
“hai proprio un bell’uccello sai”…
ed invece di lavarlo lo pulisce di bocca.
“è ancora caldo…”
Attimi interminabili, seguo confuso il suo comportamento, la lingua trastulla sulla rossa cappella ancora gocciolante del mio seme, una sensazione sconvolgente, mi tremano le gambe il cuore mi batte forte forte, mamma piano, impegnata a raccogliere quanto mi è rimasto sulle intime parti, e poi repentina, ingoia tutto il cazzo in bocca, i movimenti del capo accompagnano il suo stantuffare sull’uccello, prima lenta poi sempre più veloce, il calore della sua bocca, immediatamente risveglia la mia eccitazione e subito mi ritrovo l’uccello ancora più grosso quasi mi fa male.
È brava mamma, lenta in ginocchio davanti a me, ansima ad occhi chiusi quasi vergognandosi di ciò che sta facendo cercando però di contenere il suo stato che ormai ha raggiunto i picchi della più alta eccitazione, un attimo ed ingoia di nuovo tutto il cazzo, guardandomi dritto negli occhi come volesse farsi perdonare l’ultimo periodo durante il quale i suoi atteggiamenti nei miei confronti sono stati piuttosto duri.
Manda giù piano il cazzo sporco di sperma non senza, con la lingua, raccogliere il mio seme, le mani sui testicoli, e pompa sulle gocce di sperma raccolte tra il cazzo e le labbra subito risucchiate con avidità dalla lingua che lenta le raccoglie.
Stavolta è mio fratello che ripresosi dal primo momento di imbarazzo, immerso nell’acqua calda ha ripreso a tirare sul suo muscolo diventato una altra volta duro.
Mamma, invece abbandonata la propria vergogna, e con una mano tra le gambe nel chiaro intento di volersi sditalinare, il suo sguardo è carico di una libidine che ormai la coinvolta, ma anche stavolta solo pochi istanti di superficiali intime carezze, unite ad impercettibili gemiti che tra un ingoio e l’altro distintamente emette, che riprende a succhiare avida sul mio uccello.

Un pompino bellissimo, il calore della sua bocca è stupendo, allungo le mani e le affondo tra le splendide mammelle scoprendole i capezzoli talmente duri che ne percepisco chiaro la grossezza. Mi accorgo, dallo sguardo quasi implorante di mamma, che le mie carezze le procurano un piacere immenso, sempre in ginocchio davanti a me, divarica definitivamente le gambe e subito una mano ridiscende, lenta, ad accarezzarsi la fica sicuramente intrisa di caldi umori. Tutto il palmo della mano passa più volte sul sottile spessore dello slip, una, due, tre volte per poi sparire dentro e possedersi con almeno tre dita.
Geme scuotendo il corpo ma senza abbandonare per un attimo il cazzo dalla bocca, continua a passarci sopra le labbra, la lingua, mordicchia il prepuzio mandandomi in estasi, le mie repentine contrazioni sono il segnale che sono quasi pronto per scaricare, e lei subito, sfilatoselo dalla bocca, a menarci sopra con entrambe le mani veloce, forte, rapida ed ancora forte sino a quando, senza ritegno, le sporco il viso le mammelle con spruzzi di sborra che si fermano sul suo corpo, più le scarico addosso il mio piacere è più forte sono i suoi movimenti sembra voglia continuare a sporcarsi per il suo piacere.
Ogni schizzo un gemito, ed ogni gemito è una sofferenza, vorrebbe toccarsi e lo fa con sopita rabbia, è stravolta da una eccitazione che tocca i picchi più alti strofinandosi il cazzo, che ancora scarica gocce di sborra, sulle grosse mammelle, e poi ancora sul viso riportandoselo in bocca ad ingoiare direttamente gli ultimi schizzi di una sborra che sento riempirle la bocca caldissima.
Contemporaneamente anche Massimo viene lasciando ancora sulla abbondante schiuma della vasca i segni del suo piacere.

Qualche minuto per renderci conto, e mamma a fil di voce
“Adesso lasciatemi sola, ho bisogno di … fare una doccia …”

Con estrema naturalezza, Massimo le sfila lentamente la magliettina, restando affascinato dalle bellissime mammelle, io invece, da dietro, slaccio con delicatezza la gonna, lasciandola cadere ai suoi piedi, poi faccio scorrere tra le gambe lo slip, raccogliendo insieme le autoreggenti e chinandomi assaporo, per la prima volta, il piacere dell’intimo femminile passando d’istinto la lingua su di una fica completamente intrisa di caldi umori; “OOHHH OHHHH SSSsssi!! bambini miei!”, mentre aiutiamo mamma ad entrare nella vasca, per ringraziarla dell’amorevole sacrificio...


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